Grammatica Francese

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La grammatica francese presenta numerose analogie con la grammatica italiana, nonché con quelle della lingua spagnola e della lingua portoghese: con tutte, divide la comune appartenenza alla famiglia delle lingue romanze, anche dette lingue neo-latine, a loro volta appartenenti al più ampio gruppo linguistico romanzo, lo stesso posto occupato dalla lingua inglese, all'interno della famiglia linguistica germanica.

Il francese e l'inglese si sono infatti incontrati nel cosiddetto anglo-normanno, termine con cui si indica una fase linguistica di passaggio, durata una cinquantina d'anni, che si colloca, cronologicamente, tra la fase anglosassone della lingua inglese - anche e più comunemente nota come inglese antico - e la cosiddetta fase dell'inglese medio, termine con cui si indica invece la lingua scritta e, presumibilmente parlata, dallo scrittore inglese Geoffrey Chaucer nei suoi scritti, il più famoso e rappresentativo dei quali è senza dubbio I racconti di Canterbury (nell'originale, The Canterbury Tales). Durante questo periodo, relativamente breve dal punto di vista cronologico, ma sufficientemente lungo da un punto di vista linguistico, affinché avvengano delle mutazioni di una certa consistenza all'interno del sistema grammaticale di una lingua, l'inglese e il francese dell'epoca si sono influenzati a vicenda.

Dall'incontro-scontro, che ha avuto luogo nel corso dell'invasione normanna dell'Inghilterra nell'XI secolo, e quindi con la lingua francese degli invasori assai predominante rispetto all'altra, l'inglese esce indubbiamente, per così dire, "sconfitto", nel senso che, vista la situazione, la lingua indigena non può che avere la peggio e soccombere, di fronte alla prestigiosa lingua degli invasori, che si porta dietro tutta un'eredità secolare di grammatica e letteratura latina.

L'inglese, che aveva appena iniziato a fiorire dal punto di vista culturale, grazie al sovrano illuminato locale, Re Alfredo il Grande, viene stroncato sul nascere, schiacciato dal francese, e di fatto eliminato dalle situazioni ufficiali, restando soltanto sulla bocca del popolino illetterato ed incolto.

Terminata l'invasione, quando l'inglese riaffiora, non si può già più parlare di anglosassone (in effetti già scomparso in precedenza, vista la terminologia di anglo-normanno), e l'inglese medio che ne risulta, è una lingua completamente diversa, che ha acquisito un grandissimo numero di elementi latini o romanzi, oltre il 70% (comprese alcune parti del discorso, più strettamente appartenenti alla grammatica propriamente detta, che solitamente si conservano, anche di fronte alle invasioni più brute), perdendo quasi del tutto il suo lessico originario.

Ma anche il francese risulta piuttosto modificato dal contatto col popolo conquistato, tanto da mutare anch'esso al livello di alcune strutture grammaticali, quali, prime su tutte, l'inversione del soggetto e del verbo nelle domande, e l'obbligo, tipicamente germanico, di esprimere il soggetto davanti al verbo, a causa dell'indebolimento del sistema delle desinenze, che porta al livellamento della parte finale dei verbi, adibita alla specificazione del soggetto, e quindi alla necessità di introdurre nuovi espedienti per supplire a tale perdita.

Per dirla con un'equazione matematica, il francese sta alle lingue romanze come l'inglese sta alle lingue germaniche, o anche, il francese sta alle lingue germaniche come l'inglese sta alle lingue romanze dato lo statuto di entrambe quasi di lingue-ponte tra un gruppo linguistico e l'altro, con il francese che rimane una lingua di base romanza, ma acquisisce importanti strutture grammaticali germaniche e, viceversa, l'inglese che resta fondamentalmente una lingua germanica (pur snaturandosi molto di più dell'altra), acquistando tuttavia fondamentali strutture grammaticali neo-latine (nonché la stragrande maggioranza del lessico, talvolta senza perdere il corrispondente locale, il che porta alla creazione di un gran numero di doppioni, del tipo freedom/liberty ("libertà", di cui la prima è di origine germanica e la seconda di origine romanza), con una spiccata tendenza ad utilizzare l'elemento locale in un registro più umile e colloquiale, riservando il termine forestiero per usi formali ed ufficiali.