Le Poesie - La Classifica della Giuria
Tema Religioso
1° classificato l’eco delle voci, i fiori di sambuco... Mi rincorro ancora scalza lungo i vicoli. Pochi istanti prima non ero che bambina. Svolto al capitello, salgo tre gradini suono a un campanello, ma non c’è nessuno. Prova a contraddirmi l’antica meridiana. Timida ricama lo scorrere dei giorni. Privo d’ombre è il tempo. Eppure ne ha lasciate. |
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2° classificato La stanza ha pareti color rosa, si sente in sottofondo chiacchierare, non so dove mi trovo ma sto bene. Arriva una mia amica tutti i giorni mi aiuta nel lavarmi e nel cambiarmi, profumo di sapone di Marsiglia e dopo tanto tanto borotalco, mi sento ripulita e imbellettata. Succede qualche volta, non so dire, che viene a visitarmi un bel dottore, mi dice che va bene e rassicura. Distinto, elegante ed affettuoso mi porta fiori freschi e pasticcini, racconta di una figlia laureata che sta trovando un posto nella vita. Mi legge degli scritti di Pavese alcune poesie di Alda Merini, parliamo e mi racconta che gli manco. Non so che cosa dirgli mi lusinga. Racconta che passeggiavamo insieme nei mesi che accompagnano l’estate seguendo il lungofiume di Torino mangiando dei gelati rinfrescanti. Mi bacia dolcemente su una guancia, saluta lacrimando frettoloso mi dice che sarebbe mio marito. Non so se lo vorrei ma non ricordo. |
3° classificato so che la paura ti spinge forte, ma le mie gambe non ascoltano il tuo cuore Non prima di aver raccolto almeno qualche mattone, magari anche qualche piastrella scheggiata, di quelle volate via con l'ultima bomba lanciata Aspetta figlia mia, fammi prendere fiato, me ne servirà così tanto per tutta la strada ad andare e, un giorno, a tornare Ho trovato qui a terra, guardate, un pezzo di vita ancor baluginare uno specchio rotto con un volto che mi guarda, ma io non riconosco, eppure tutti questi pezzi, son certa, son volati via dalla nostra finestra Li raccoglierò uno a uno e li terrò ben stretti Il vento che oggi ci spinge lontano un giorno ci riprenderà per mano Quando la polvere riposerà quieta, lacrime come pioggia, nutriranno ancora i nostri giardini Bambini miei restatemi vicini. |
4° Classificato e guardare con occhi stupefatti le vie d’ogni vivente sulla terra. Non m’impedire di peregrinare in cerca di qualcosa che sia mio senza toglierlo ad altri; d’ammirare le stelle, i fiori, i campi arati, il mare, d’immaginare amori fra sardine, vele nel vento, pace d’animali che covan con amor la loro prole, che scrivono poesie senza parole. Non imbrigliare il mio diritto a esistere fuori dal coro, come un aquilone fra terra e cielo, o come ape operaia in uno sciame, senza toglier nulla a chi ama l’ombra od a chi cerca il sole. Non scriver mio, né proprietà privata sul cibo, l’istruzione, la salute, la religione, l’arte, la bellezza. Ricordati: NOI siamo; NOI esistiamo! E se trovi conforto nell’abbraccio dell’universo o d’una sua creatura, come allo stadio esulta, balla, vola, dividi col vicino l’entusiasmo dei gol che fa per noi madre natura. Versa amor nel bicchiere di chi è solo, spandi amor negli spazi fra le stelle. |
5° Classificato anime come fiumi che scorrono lontano, ma quando ci incontriamo, la terra fiorisce e ogni voce diventa parte di un coro eterno. Non siamo soli, anche se il cuore batte isolato; la solitudine è un deserto, ma la diversità è una foresta, dove ogni albero cresce verso il cielo con una forza che solo insieme possiamo conoscere. Se ci uniamo, i nostri colori non si confondono, ma si intrecciano in un arazzo che abbraccia il mondo. Nel diverso troviamo la nostra verità, e nei volti che non ci somigliano troviamo i nostri riflessi più profondi. Nella moltitudine diventiamo vasti, e nella differenza troviamo il nostro cammino. |
6° Classificato Quadrati di vetro lattiginoso mescolano le sfumature del giorno. Sera e mattina, fuse nel freddo che rimbomba fra le pareti, come materia, densa e reale. Un letto, una stanza. Centro di gravità di anime stanche. Preghiere condensate in carezze d'addio, si dissolvono su ruvida lana, che preme, compatta, schiaccia l'insieme di ossa, mosse dagli ultimi respiri. Trionfi, rimpianti, che importa? Un letto e una stanza. I fili che collegano le vite ammassati in un gomitolo di ricordi, restituiti da chi rimane. Mattina e sera, fuse dal freddo che svuota le pareti della materia densa e reale, passando all’infinito. |
7° Classificato Mi dolgo e son steso. A ogni urlo di tuono, a ogni caduta di uomo, la cerco e la nego, la invoco e la vedo, m’arrendo infine e umile chiedo: “ti prego, dammi la Pace!”. Rendimi audace di volare oltre la forca e il rogo, perdonare il disegno di rovo o filo spinato, che dalla storia s’allunga ostinato verso la speranza dei giorni ancora a venire. Con animo docile chiudo alla rabbia la forza e la voce, accetto il silenzio e sono vinto alla Pace. |
8° Classificato di polvere e sabbia, tutto tace, tutto si fa buio. Ho perso la traccia che porta al giardino dell’Eden. Ogni giorno, con fede, ricomincio il cammino, dal buio verso la luce. La vita non può essere solo un penoso arrancare sotto l’amaro peso, di beni ingombranti e dolorosi peccati verso il monte che porta al negro legno. Riconosco nell’ago, uno spiraglio di luce, è la stella di Betlemme, un’oasi, una speranza, una goccia di rugiada, per placare la sete dell’anima mia. Mi faccio coraggio per diventar esile cammello, e varcar la cruna della salvezza che conduce al verde sentiero della casa del mio Dio. |
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